Quanto è grande il male, sistema.

27.10.2012 09:27

di Michel Anclaud

 

Stamani mi stavo chiedendo quanto grande e potente fosse il sistema, https://movimentopoliumanistanoipervoi-w.webnode.it/sistema/ così ho provato a pesarlo.

Visto che limita le scelte della grande maggioranza degli esseri umani credo che abbia un peso sproporzionato e per assurdo, se solo volessimo, peserebbe meno di un alito di vento.

Ho notato, nel tempo dedicato a questo mezzo di comunicazione, che le persone hanno così timore del sistema che limitano anche i loro apprezzamenti quando qualcuno scrive verità che indicano con precisione cosa sia e cosa faccia di male il sistema. E' come se dando un consenso all'attacco ci si esponesse ad una ritorsione. Una ritorsione che il sistema trasformerebbe in danno contro il "poco avveduto complice" del "reato".

E' così che ritroviamo un ingegnere che teme di esporsi, appoggiando un progetto che ritiene buono, solo per paura di ritrovarsi escluso da quelli che hanno bisogno dei suoi servigi e che dal sistema traggono sostentamento.

Lo stesso vale per il fornaio che teme, parimenti del precedente, di ritrovarsi a vendere meno pagnotte di pane.

Nelle stesse condizioni si ritrova il dottore che teme di essere fermato nella carriera.

L'avvocato, che più di altri, conosce benissimo il sistema e blocca sul nascere la sua voglia di giustizia, dimostrando al sistema compiacimento.

Persino lo studente si rifiuta di contraddire chi è parte attiva del sistema, non vuole certo, in nome di una libertà di espressione, essere bocciato o limitato nella sua corsa all'ascesa sociale.

Capita anche alla massaia che potrebbe trovare nel negoziante di turno un difensore del sistema e che poi gli venderebbe prodotti scadenti o vecchi.

 

Insomma, credo che si sia capito che potrei andare avanti a fare tanti esempi quanti mestieri e professioni esistano. Non servirebbe a molto altro che a fare una lista inutile, visto che quasi tutti, chi più chi meno, sono schiavi del sistema.

Fà tenerezza pensare di essere soggiogati da delle metodologie che verrebbero spazzate in un sol secondo se solo alzassimo il capo e uscissimo da quella minorità che Kant aveva individuato come problema degli esseri non pensanti e privi di volontà.

A questo punto introduco la citazione di uno che aveva due palle grosse come angurie e che non aveva certo timore di dire e fare le cose che un essere libero dovrebbe dire e fare perchè giuste a prescindere da quello cui andrà contro .

"La vigliaccheria chiede: è sicuro? L'opportunità chiede: è conveniente? La vana gloria chiede: è popolare? Ma la coscienza chiede: è giusto? Prima o poi arriva l'ora in cui bisogna prendere una posizione che non è né sicura, né conveniente, né popolare; ma bisogna prenderla, perché è giusta".

Martin Luther King

 

Chiudo questa breve elucubrazione esistenziale sperando di aver trovato anche un solo essere libero e coraggioso tra quelli che leggeranno questa nota.