Un brutto deja vu.

24.10.2012 12:40

 

Ad ogni passo che mettiamo ritroviamo gli stessi eventi, conditi in maniera differente, vissuti dai nostri nonni e bisnonni molti anni or sono, quando l'europa si preparava all'ennesima carneficina sul suo suolo. https://www.wallstreetitalia.com/article/1445470/crisi-sociale/svizzera-esercito-in-allerta-per-prepararsi-a-crollo-area-euro.aspx

I media della tv, insieme a quelli della carta stampata, non danno la g...
iusta importanza alle piccole, ma grandi nel merito, ribellioni di popoli europei e se le raccontano, sono così risicate da risultare incapaci di creare il giusto coinvolgimento nelle persone ormai apatiche e limitate al lamento.

E' pur vero che nel panorama odierno quelli che vorrebbero ribellarsi alla lunga serie d'ingiustizie che questa, ormai concretizzata, tirannia stà sempre più attuando, non trovano condottieri degni di tale nome. Al massimo trovano personaggi che, da buoni imbonitori, promettono di scacciare il vecchio marciume, colpevole di tutto e di più, con le stesse metodologie che hanno portato i cattivi a combinare una montagna di problemi.

Così, quando Kant diceva: "Senonché a questo illuminismo non occorre altro che la libertà,e la più inoffensiva di tutte le libertà, quella cioè di fare pubblico uso della propria ragione in tutti i campi. Ma io odo da tutte le parti gridare: - Non ragionate! - L'ufficiale dice: -Non ragionate, ma fate esercitazioni militari.- L'impiegato di finanza: -Non ragionate, ma pagate!- L'uomo di chiesa: -Non ragionate, ma credete!- Non vi è che un solo signore al mondo, che dice: -Ragionate finché volete e su quel che volete, ma obbedite.- Qui è dovunque limitazione della libertà. Ma quale limitazione è d'impedimento all'illuminismo? Quale non lo è, anzi lo favorisce? Io rispondo: il pubblico uso della propria ragione deve essere libero in ogni tempo, ed esso solo può attuare l'illuminismo tra gli uomini: mentre l'uso privato della ragione può anche più spesso essere strettamente limitato , senza che ne venga particolermente ostacolato l'illuminismo. Intendo per uso pubblico della ragione l'uso che uno ne fa come studioso davanti all'intero pubblico dei lettori. Chiamo invece uso privato della ragione quello che alcuno può farne in un certo impiego o funzione civile a lui affidata." non faceva altro che lamentare la grande incapacità dell'essere umano di produrre ragionamenti che mettessero in moto quella giusta indignazione per portarlo fuori da uno stato quasi vegetativo.

Oggi siamo privi di quella volontà che ci porta a costruire il bene secondo le semplice regole naturali indicate nella benevolenza, nell'amore e nella carita verso tutti gli esseri umani. Purtroppo oggi più di ieri, il vero dogma che ci riempie l'esistenza è: Egoismo.

Un egoismo che ci porta lontano dai nostri simili e che ci fà fare di tutto per erigerci sopra ad ognuno di quelli che malauguratamente incrociano i nostri passi e probabilmente ritroveremo le buone qualità innate nell'essere umano, solo quando patiremo cose inenarrabili se solo pensate oggi.

Degli esseri che si definiscono INTELLIGENTI, non dovrebbero attendere nè altri nè costrizioni per adoperarsi nel far sì che le vicende umane siano indirizzate a farci vivere le nostre brevi esistenze in serenità e amore.

Solo pochi oggi hanno la visione completa di dove stiamo andando e molti di quelli che sanno, si preparano con i mezzi che milioni di volte hanno condotto centinaia di milioni di persone sotto un mucchio di terra prima che la loro fine naturale soprggiungesse.

Stiamo barattando le nostre libertà con delle effimere comodità. Ancor oggi pensiamo più a quello che l'osolescenza programmata ci dà in pasto piuttosto che pensare a che mondo lasceremo alle nostre generazioni.

Quelli della mia generazione e quelli prima, (50-70enni) guardano i giovani colpevolizzandoli di essere sciatti, indolenti ed incapaci della benchè minima costruzione. A loro dico che se i giovani sono come li vagliamo è perchè è stata la nostra indolenza, condita da un egoismo immenso, a condurli a tali lidi.

Siamo noi i colpevoli di come sono e solo se oggi troviamo il giusto orgoglio, che probabilmente abbiamo dormiente, potremmo mettere in moto quel giusto riscatto che porterà le generazioni future a non considerarci del tutto dei costruttori d'infelicità. E' tempo che con umiltà cominciamo un percorso, irto d'insidie, che porterà un bene effettivo a discapito di quello effimero che ci ha condotti a vivere questi tempi poco umani.
Michel Anclaud

 

Argomento: Un brutto deja vu.

Nessun commento trovato.

Nuovo commento