Salva-Italia: un nuovo regalo alle banche e mazzate per almeno 20 milioni di piccoli e piccolissimi risparmiatori.

02.12.2012 11:41

 

Il decreto Salva-Italia e il successivo decreto attuativo della legge del maggio 2012 contengono delle previsioni finalizzate a convogliare i risparmi degli italiani sui conti correnti e sul BancoPosta, penalizzando fortemente gli investimenti in fondi di investimento, ma anche quelli in conti deposito, Sicav, polizze unit linked e depositi amministrati (conti titoli). Norme fiscali il cui effetto è profondamente distorsivo e destinato a penalizzare fortemente queste che sono alcune tra le principali forme di “democrazia economica” per ri-convogliare il risparmio nei depositi bancari.

Tra le altre tasse e gabelle che il decreto ha introdotto o rincarato c’è anche l’assoggettamento a “imposta di bollo” delle comunicazioni alla clientela relative ai prodotti e strumenti finanziari, fra cui appunto le quote di fondi e sicav. Questa imposta non va applicata in misura forfettaria – come invece si verifica per i conti correnti e i libretti di risparmio tenuti presso le banche e le Poste – ma in misura proporzionale e, più precisamente, in una quota pari all’1 per mille del valore di mercato (per quest’anno) e dell’1,5 per mille (per gli anni successivi). Già di per sé la novità è una bella batosta.

Ma il diavolo, si sa, è nei dettagli. Che arrivano con il successivo decreto attuativo della legge (maggio 2012) di cui in queste settimane gli intermediari iniziano a misurare il danno. Cosa prevede il decreto? Innanzitutto, introduce un “importo minimo” per questa imposta di bollo pari a 34,2 euro.(…) Dulcis in fundo: i buoni postali fruttiferi ed i conti correnti bancari sono assoggettati ad un’imposta di bollo forfettaria (quindi, per qualsiasi importo) di 34,20 euro e fino a 5 mila euro sono esenti da imposta!

Grazie a questa norma milioni di investitori italiani con posizioni complessive inferiori ai 22.800 euro pagheranno un’imposta che va dallo 0,15% al 34,2% del patrimonio investito!

 

Solo per quanto riguarda i fondi investimento, 4,2 Milioni di investitori hanno posizioni inferiori ai 22.800 euro quindi pagheranno un’imposta che va dallo 0,15% a oltre il 100% del patrimonio investito! 1,8 Milioni di investitori con posizioni superiori a 22.800 Euro pagheranno effettivamente lo 0,15% del patrimonio investito.

 
Decili di investimento (€)
      da 0 953 2.967 5.128 7.972 11.163 16.392 23.869 36.460 64.828
  # Sott. % a 953 2.967 5.128 7.972 11.163 16.392 23.869 36.460 64.828 Oltre
TOTALE 6.029     10 10 10 10 10 10 10 10 10 10

Fonte sito assogestioni - dati e pubblicazioni - quaderni di ricerca – 26-04-2012 I fondi comuni nel portafoglio delle famiglie italiane nel 2010 FILE (fondi-comuni-portafoglio-famiglie-2010.pdf) https://www.assogestioni.it/index.cfm/1,140,0,49,html/quaderni-di-ricerca


Esemplificazione dell’applicazione della nuova imposta per oltre 20 Milioni di investitori:

 

Patrimonio Investito Imposta su strumenti finanziari
Euro 22.800 0.15%
Euro 10.000 0.342%
Euro 1.000 3.42%
Euro 100 34.2%

 

L’imposta diventa regressiva da 22.800 euro investiti in giù mentre rimane proporzionale per le posizioni superiori ai 22.800


Se applichiamo l’imposta al BTP ITALIA 10/2016:
Rendimento Lordo 2,55%
Importo minimo 1000 Euro

Questi sono gli effetti su un investimento di 1.000 euro:




L’imposta di bollo come prevista nel “Salva Italia” penalizzerebbe fortemente alcuni prodotti di risparmio ed investimento (quali ad esempio i conti deposito, depositi amministrati, fondi di investimento, Sicav, polizze unit linked) a tutto vantaggio di banche,assicurazioni e Poste C/C, depositi postali e polizze ramo primo, che pagano sempre e solo 34,2 euro all’anno e hanno una esenzione fino a 5000 euro di giacenza media (esenzione non concessa ai piccoli, piccolissimi investitori che scelgono fondi e prodotti di investimento).

Patrimonio Investito Imposta su strumenti finanziari Imposta su C/C
Euro 0 – 5.000 Euro 34.2 Euro 0
Euro 5.000 – 22.800 Euro 34.2 Euro 34.2
Oltre Euro 22.800 0,15% del patrimonio Euro 34.2
Esempi    

Euro 100.000

Euro 1.000.000

Euro 150

Euro 1.500

Euro 34.2

Euro 34.2

 

Dalla tabella si evince come:
sia più conveniente (dal punto di vista fiscale) per un risparmiatore detenere i soldi in C/C. Solo tra 5000 e 22800 euro esiste un situazione di indifferenza.

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Infatti per i patrimoni inferiori a 22.800 euro (o 34.200 euro, per il primo anno di applicazione) l’imposta viola il sacrosanto principio della proporzionalità (nonostante il decreto attuativo parli esplicitamente di criterio di proporzionalità). In pratica se un risparmiatore detiene 100 euro in un conto deposito, conto titoli o in un fondo -ad esempio- dovrà comunque pagare l’imposta minima di 34,2 euro, pari a una bella aliquota annua del 34,2 per cento: più che di un’imposta, parliamo di una confisca! Il che è in grado di distruggere, in un amen, l’intera fetta di mercato dei piccoli e piccolissimi risparmiatori!