Terremoto in Irpinia

23.11.2012 18:01

Per non dimenticare un evento che ha portato dolore alle persone e agi a personaggi senza scrupoli.

 

di Michel Anclaud

 

Un violento terremoto colpisce il sud Italia, il 23 novembre del 1980, uccidendo più di 3.000 persone. Il bilancio delle vittime fu così alto, perché la scossa si è verificata durante la messa della Domenica sera. Infatti molti residenti furono ritrovati nelle chiese crollate.

 Il terremoto di magnitudo 7,2 ha colpito alle ore 19:34.

Un ipocentro a soli trenta km di profondità, un epicentro situato presso i comuni di Teora, Castelnuovo di Conza, e Conza della Campania vicino ad Eboli, a sud di Napoli. La forte scossa colpisce un’area che va dall’Irpinia al Vulture, diciassettemila chilometri quadrati ed è lunga ben novanta secondi. Tutti di terrore e paura.

Le tre province maggiormente interessate furono Avellino, Salerno e Potenza. Danni ingenti si registrarono anche nelle province di Benevento, Caserta, Matera, Napoli, Salerno e Foggia. L’Ufficio del Commissario Straordinario nel quantificare i danni al patrimonio edilizio determinò che dei seicentosettantanove comuni che costituivano le otto province interessate globalmente dal sisma ben cinquecentosei avevano registrato danni, ben oltre il settanta per cento del totale. I comuni più duramente colpiti furono Castelnuovo di Conza, Conza della Campania, Laviano, Lioni, Sant’Angelo dei Lombardi e Santomenna.

A Conza della Campania, i bambini che si stavano preparando per la prima comunione, rimasero colpiti dalla forte scossa. Questa demolisce la chiesa in cui si trovano e tra le decine di persone rimaste uccise dal crollo, si contano ben 26  fanciulli.

 

In tutta l'Italia meridionale scoppiano incendi a seguito della rottura delle linee del gas. Anche le tubature idriche subiscono ingentissimi danni e gli sforzi per spegnere gli incendi vengono seriamente compromessi. Inoltre, le strade e ferrovie che conducono i piccoli borghi subiscono grandi danni e interruzioni e tutto questo serve a rallentare gli sforzi di salvataggio e di soccorso. A rendere la situazione ancora più greve, si mette la nebbia che cala quella sera su tutta quella zona, come un  manto diabolico, e vi rimane fino al mattino seguente.

 In Appennino, centinaia di persone rimangono gravemente ferite nel villaggio di Pescaopagano e a causa delle strade pesantemente danneggiate, diventa difficilissimo curarle. Gli elicotteri militari, partiti con forte ritardo e che porteranno alle dimissini del ministro dell'interno, tentano  con scarso successo, di far giungere, paracadutandoli, viveri di conforto e medicinali sulla zona, . Nel corso delle seguenti settimane, appare chiara tutta la devastazione subita dalla zona colpita e che vede circa 3.000 persone uccise dal sisma e più di 300.000 senza casa. Con l'inverno appena cominciato le condizioni già gravi diventano peggiori e sarebbero divenuti presto mortali se il governo non avesse provveduto ad inviare tende  alle più di 200 città bisognose di ripari. 

 

Tra i sopravissuti, molti hanno vissuto per decenni, e in taluni casi vivono ancora, in container freezer d’inverno e forni d’estate, fatti di cemento e amianto, allienati da anni di false promesse di politici avvicendatisi come democrazia detta. La gestione di questo terremoto è d'annoverare tra le vergogne più grandi del nostro paese.                                                                                                                                                    

 

Il sisma irpino ha avuto anche  molti risvolti giudiziari: a marzo del 1987 dei giornali, rivelarono che le fortune della Banca Popolare dell’Irpinia erano strettamente legate ai fondi per la ricostruzione dopo il terremoto in loco e tra i soci che traevano profitto dalla situazione c’era la famiglia di un noto politico, proprietario di un cospicuo pacchetto di azioni che si erano rivalutate grazie al nefasto evento. I titoli erano posseduti anche da altri parenti. Seguì un lungo processo che si concluse nell’ottobre del 1988. Qui al danno la beffa visto che la nostra giustiiza sentenza: "E' stato giusto far  transitare i fondi nella "sua" banca di Avellino". 

A sentenza emessa, un giornale pubblicò il 3 dicembre un articolo dove con si accusa il politico di essersi arricchito con quell'evento luttuoso. Anche un filone di mani pulite (Mani sul terremoto) si occupò di questo caso che vide 87 persone coinvolte.

Il sisma del 23 novembre 1980, ha avuto un effetto duplice. Da una parte, le migliaia di terremotati che hanno vissuto per anni e anni in container dimenticati dalle istituzioni guidate da loschi politicanti e dall’altra parte, una lista di politici che con i fondi destinati ai primi, si sono arricchiti ed hanno arricchito i propri compagni di merende. Anche chi ha cercato di metterli in difficoltà, con le sue inchieste ha tratto un gran beneficio, piazzando il suo pargolo alla vicepresidenza della Regione con delega al Turismo e Beni Culturali.

 

Recita un detto popolare: Beato chi resta e fa la cresta e chi è rimasto colpito o andato si dia pace. 

 

Non facciamo i nomi di questi personaggi perchè a noi non interessa animare faide morali su coloro si sono macchiati di, a nostro avviso, crimini contro il popolo sovrano. Ci basta far toccare con mano quello che affermiamo sempre più. La politica deve uscire dalle nostre vite.