Uno strano Archeologo.

12.11.2012 18:56

Visto che molti mi chiedono perchè vogliamo eliminare la politica dalla nostra vita per sostituirla con il Poliumanesimo, vi voglio far conoscere un aspetto dell'archeologia che forse non avete mai preso in considerazione. L'archeologia è quella scienza che ci aiuta a capire, attraverso gli studi che compie nei ritrovamenti che fà, cosa ha fatto chi c'è stato prima di noi. Ci indica con precisione chi erano e cosa facevano, cosa mangiavano e in che stato di salute versavano. Arrivano a dirci tutto dei popoli passati, così che noi possiamo, volendolo, non commettere più gli stessi loro errori. Sono stati addirittura capaci di scoprire dei falsi storici ove la storia ci era stata mostrata in modo errato. A questo punto, affermo che spesso è più veritiera la loro ricostruzione storica che quella di tanti scritti storici di parte. In ogni modo, la mia non vuole essere una lezione scientifica, anche perchè le mie conoscenze in merito sono quasi nulle però, ho trovato in quest'affascinante professione, lo spunto per raccontarvi una favola che vede protagonista proprio un archeologo.

di Michel Anclaud

 

Come ogni favola che si rispetti comincia con:

 

C'era una volta, un gruppetto di persone fortunate che vivevano in un castello grandissimo. In questo maniero c'era un grande agglomerato di case così grande che ospitavano  talmante tante persone che era difficile anche solo poterle contare. Una bella mattina, questi fortunati, si svegliarono come mai gli era accaduto prima. Infatti appena aprirono gli occhi, provarono una sensazione simile a quella che provano i neonati venendo al mondo. Naturalemente questo stato, essendo vissuto da  persone adulte, venne ben compreso e per loro fu semplice mettere tutto il passato da parte e ripartire dall'inizio. Questi fortunati, appena uscirono all'aperto, guardarono il cielo serenessimo, così sereno che videro volare dei falchi a vari chilometri di distanza, con tutta l'incoscenza dei bambini,  affermararono con certezza scientifica,  che presto ci sarebbe stata tempesta.

Una tempesta così grande da fargli vedere in anticipo, disatri inimmaginabili. Naturalmente, se si fossero trovati al riparo di una costruzione adeguata, non avrebbero avuto il minimo timore ma, trovandosi ai piedi di un castello fatiscente, fù normale provare tale paura, dopo essersi resi conto della nuda e cruda realtà. A dire il vero, fino al loro ultimo risveglio, sapevano quella dimora essere un posto più che sicuro; aveva mura spesse metri e metri e la loro altezza oscurava il sole.  

I pochi fortunati che ebbero a rinascere poche ore prima, si erano ben presto resi conto che quel castello era così malmesso e antico che stentavano a credere possibile il sol fatto che potesse ancora reggersi in piedi; si aspettavano di vederlo  cadere a pezzi da un momento all'altro e solo a quel punto videro per la prima volta il signore del maniero, seduto sul suo trono nella camera piramidale sotto le sue vere spoglie. Ai fortunati ci volle poco per rendersi conto che non era quel bravo governante che tutti credevano ma, solo un tiranno crudele che, sotto il suo emblema di famiglia, uno scudo rosso con al centro delle frecce blu, soggiogava tutti grazie a chissà quali artifici. Questi fortunati, scoprirono da vecchi documenti, che il maniero era stato costruito e ricostruito molte volte; sempre sopra costruizioni appartenute agli antenati di quel tiranno. Sempre dai vecchi documenti, seppero che le prime fondamenta avevano migliaia di anni e pensando di fare cosa buona, fecero subito presente agli altri abitanti, che il castello non era il luogo sicuro in cui vivere che tutti credevano. Dalle risate di scherno di tutti i presenti e dalle negazioni su quanto affermavano di vedere, i fortunati capirono che gli avvisati erano ancora vittime di quella stessa illusione ottica che li aveva imprigionati fino a poco prima.

Ogni loro sforzo fù inutile, nessuno gli dava retta e non rimase loro che darsi da fare da soli per porre rimedio a quello stato di cose . Fù così che questi pochi volontari fortunati, armati di tanta pazienza e volontà, cominciarono ad elencare su di un foglio le cose che erano messe male e a dire il vero, quelle rotte o quasi, erano dieci volte quelle che andavano bene. Oltre all'esterno, che vedeva le mura sgretolate e piene di crepe, all'interno vi erano porte scardinate, vetri rotti, tetti caduti e bucati, pavimenti ondulati, tubature che perdevano, impianti elettrici fatiscenti e molto e molto altro ancora.

Una sera, mentre questi fortunati stavano vagliavano cosa era meglio fare per prima, sentirono bussare alla porta della camera dove si riunivano solitamente e una volta aperta la porta, trovarono sulla soglia un signore ben vestito e che subito si presento come archeologo. Con enorme felicità fù accolto tra loro e lesti, consci di non avere le giuste capacità su quanto vi era da fare, gli chiesero lumi su cosa era giusto fare. Ben presto l'archeologo disse ai volontari che non era certo aggiustando il maniero che lo si sarebbe messo in sicurezza. Infatti, quella grande costruzione dopo le ipotetiche riparazioni, avrebbe resistoto al massimo a pochi forti eventi climatici. Lo stesso terminò dicendo loro che se volevano abitare in una dimora sicura e che resistesse per lunghissimo tempo, dovevano costruirne una casa ex novo; anche perchè la riparazione sarebbe venuta a costare mille volte di più del nuovo. Tra l'altro l'archeologo, indicò loro tutti gli errori fatti dai precedenti costruttori: sito non adeguato a tale costruzione, capi mastri che per loro tornaconto adoperavano materiali scadenti, assunzione di manodopera non professionale per risparmiare sui costi di costruzione, progetti fatti da professionisti abilitati non per merito ma per raccomandazione e altre centinaia di piccoli e grandi errori; insomma, una realizzazione fatta senza nessun criterio di bontà. A quello andava aggiunto che era stata riparata alla meglio, troppe volte e sempre con le stesse metodologie precedenti.

I fortunati si sentirono molto più che baciati dalla buona sorte nell'aver trovato una persona così capace e disponibile ad aiutarli e ben presto si resero conto di quanto lui fosse stato onesto e incorruttibile. Proprio così! Infatti da lì a poco, capirono che il signore del castello, quando seppe da altre persone che i fortunati volevamo lasciare quella sistemazione per costruirne una di loro gradimento, fece molte pressioni sull'archeologo. Arrivò ad offrirgli denaro e potere in quantità se solo avesse convinto il gruppetto a rimanere sotto il suo dettato. Giunse pure a promettere all'archeologo che si sarebbe occupato lui di dare una sistemata al castello se avessimo desistito dal nostro intento. Lo stesso archeologo, negli anni passati e per altre vicissitudini, aveva visto troppe volte simili promesse non realizzate per arrivare a credergli; così rigetto tutte le sue offerte.

Questa presa di posizione, permise ai fortunati di andare avanti con il loro progetto a all'archeologo di perdere la vita. Infatti pochi giorni dopo, il corpo inerte l'archeologo fù ritrovato dai fortunati, al centro del sito prescelto per la loro costruzione e da questi ultimi, dispiaciuti e piangenti,  fu seppellito al centro delle fondamenta della casa. Gli stessi giurarono che mai nessuno avrebbe preso il posto dell'archeologo e che il progetto sarebbe stato per sempre immodificabile. I lavori durarono il tempo necessario per costruire tutto secondo i dettami dell'archeologo e nessuno dei volontari si arrogò mai nessun merito. Tutti i fortunati erano consapevoli che la costruzione di quella casa aveva potuto aver luogo solo grazie all apresenza di quel bravo e buon Fratello che aveva dato anche la vita per consetirgli di costruire una casa sicura dove vivere sereni.

Pian piano, anche altre persone del castello delle illusioni scamparono al suo influsso malefico e si unirono ai volontari nella nuova casa comune. In breve, prima dell'arrivo delle tempeste, tutti si misero al sicuro; lasciando il vecchio tiranno solo con il suo immenso ed inutile tesoro.